Motivazione estrinseca
vs motivazione intrinseca

Motivation

Motivazione che va e motivazione che viene. Ogni anno centinaia di atleti abbandonano la pratica sportiva, ma altrettanti dedicano ore e ore del proprio tempo ad allenarsi e a gareggiare. La motivazione gioca un ruolo fondamentale nello sport ma nonostante ciò, atleti e addetti ai lavori, conoscono troppo poco di questa componente emotiva.

La motivazione

Da un punto di vista puramente teorico si può definire la motivazione come una spinta emotiva capace di favorire un determinato comportamento utile al raggiungimento di un obiettivo. Ma cos’è la motivazione è facilmente intuibile e poco importa, quello che invece forse pochi sanno è che la motivazione non è tutta uguale. Esistono diverse tipologie di motivazione e spesso è proprio il tipo di motivazione che accompagna un atleta a determinarne il benessere e il successo sul lungo periodo. Un’importante differenziazione è quella tra motivazione estrinseca e motivazione intrinseca.

La motivazione estrinseca

La motivazione viene definita estrinseca quando trae la sua forza da fattori esterni. Questi fattori possono essere per esempio il denaro, il successo, uno specifico premio oppure il riconoscimento sociale. In questa tipologia di motivazione la pratica sportiva viene percepita dall’atleta esclusivamente come uno strumento per ottenere uno specificato riconoscimento. In altre parole, lo sportivo trova la spinta ad agire da incentivi esterni provenienti dall’ambiente circostante. La motivazione estrinseca non è necessariamente sempre negativa, questo perché in alcune occasioni può darci quella spinta necessaria a svolgere un compito particolarmente difficoltoso o poco piacevole. Può quindi avere grande efficacia per il raggiungimento di un obiettivo a breve-medio termine ma non può sostenere la motivazione sul lungo periodo. Infatti, i rinforzi utili a sostenere la motivazione estrinseca perdono di efficacia con il passare del tempo. Ogni volta che raggiungiamo un determinato premio il valore percepito di quello stesso premio diminuisce, riducendo l’impatto che esso ha sulla nostra motivazione. In pratica, il raggiungimento della prima vittoria motiva molto di più della seconda vittoria, la seconda molto più della terza, la terza molto di più della quarta e così via.

La motivazione intrinseca

La motivazione intrinseca nasce da un impulso profondo che sostiene il desiderio di fare qualcosa. È una spinta interiore che porta l’atleta ad impegnarsi in un’attività dalla quale trae soddisfazione semplicemente facendola. In questo caso il riconoscimento o il rinforzo esterno non hanno alcuna rilevanza nella volontà di agire dell’atleta, esso agisce con il solo obiettivo di praticare lo sport superando i propri limiti e migliorando le proprie capacità. Questa tipologia di motivazione può essere riassunta con una semplice parola che molti sportivi conoscono bene: passione! Chi è motivato intrinsecamente è maggiormente coinvolto nel compito che sta effettuando e riesce ad affrontare con più facilità i momenti difficili, gli imprevisti e le sconfitte perché li percepisce come eventi transitori e che non oscurano l’amore per il proprio sport. È facilmente comprensibile come la motivazione intrinseca sia più forte e duratura nel tempo rispetto a quella estrinseca.

Raggiungere il massimo livello di motivazione è l’obiettivo di atleti e allenatori ma come abbiamo visto in questo articolo non basta essere motivati per garantire impegno e benessere a lungo termine, è importante avere la “giusta” motivazione. La differenza tra motivazione estrinseca e motivazione intrinseca ci fa capire in quale direzione devono andare i nostri comportamenti e i nostri pensieri, con il giusto supporto diventa più semplice indirizzarli.

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