Ecco perché alcuni di noi si percepiscono più bravi degli altri
- Roberto Greco
- 21 Dicembre, 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Nello sport si parla spesso di mancanza di autostima e di autoefficacia. Sono infatti molti gli atleti che non si sentono all’altezza dei propri obiettivi o delle aspettative altrui e questo ne limita la prestazione e il benessere. Ma ci sono anche atleti che vivono uno stato diametralmente opposto percependosi sempre e comunque più bravi di compagni e avversari. Anche per loro raggiungere la massima prestazione e il benessere non è affatto semplice.
Ma perché alcuni di noi si percepiscono più bravi degli altri senza un reale motivo? Il responsabile di questo errore di valutazione ha un nome ben chiaro: effetto Wobegon.
L’effetto Wobegon
Questo effetto prende il nome dal Lago Wobegon, un luogo immaginario nato dalla penna dello scrittore Garrison Keillor. All’interno dei propri scritti, il Lago Wobegon, veniva rappresentato con uno luogo in cui “tutte le donne sono forti, tutti gli uomini sono belli e tutti i bambini sono al di sopra della media”. Possiamo, quindi, definire l’effetto Wobegon come la tendenza a valutarci migliori rispetto agli altri, posizionandoci al di sopra della media. A causa di tale effetto crediamo di possedere qualità e abilità particolarmente marcate minimizzando tutti quegli aspetti negativi che ci caratterizzano.
Questa curiosa tendenza si estende trasversalmente in tutte le aree della nostra vita e risulta essere particolarmente resistente al cambiamento. Anche di fronte a fatti concreti il nostro cervello si rifiuta di vedere, non esiste cronometro o punteggio che tenga. I più forti siamo noi.
Quali conseguenze?
Infatti, l’effetto Wobegon, porta le persone ad avere maggior difficoltà nell’accettare osservazioni e critiche. Queste, tendono ad avere una visione particolarmente rigida di sé stessi e delle proprie azioni riducendo drasticamente le proprie possibilità di sviluppo tecnico, atletico e psicologico. D’altronde, se si percepiamo già i più forti perché dovrebbe cambiare qualcosa?
Conoscere il funzionamento del nostro cervello è il primo passo per poterlo controllare e un percorso di mental coaching può essere il modo migliore per farlo.