La fortuna esiste ma non è quella che credi

Fortuna

C’è poco da fare, la fortuna esiste. Un millimetro fa la differenza tra un goal e un palo, tra un punto fatto o un punto perso, tra una linea ideale e una porta inforcata. Un millimetro può cambiare tantissime cose e un millimetro di differenza non può che essere questione di fortuna o sfortuna. O forse no. O forse un millimetro di differenza è questione di allenamento, è questione di costanza, è questione di atteggiamento. Mettiamola così, la fortuna esiste ma la tiriamo in ballo anche quando non c’entra niente.

La fortuna esiste

Per certi aspetti la fortuna e la sfortuna esistono e non possiamo negarlo. Una semplice botta che si trasforma in un grave infortunio, l’attrezzatura che si rompe senza alcun preavviso, l’arrivo della nebbia proprio quando arriva il nostro turno. Questi sono solo alcuni dei numerosi esempi di sfortuna nel mondo dello sport ma ce ne sono a centinaia e diventano migliaia se andiamo oltre allo sport e pensiamo alla nostra vita nel suo complesso. Fortuna e sfortuna ci sono, sono variabili su cui non abbiamo alcun tipo di controllo e quando arrivano non possiamo far altro che prenderne atto. Ma la fortuna e la sfortuna sono passeggere, prima o poi passano e dobbiamo sempre tenerlo a mente.

Questa non è fortuna

Se invece torniamo al nostro millimetro di cui abbiamo parlato poco fa, beh, quella non è né fortuna né sfortuna. Quello è allenamento, è dedizione, è impegno, è atteggiamento positivo. Se abbiamo sbagliato la nostra traiettoria di un millimetro vuol dire che siamo bravi, che siamo molto bravi, ma che non siamo bravi abbastanza da fare la traiettoria perfetta. Se il pallone che abbiamo calciato dopo aver preso il palo è uscito invece che entrare in rete vuol dire che il nostro tiro è preciso, molto preciso, ma non preciso abbastanza da fare goal. E anche la pallina da tennis che è finita fuori dal campo per un millimetro è stata colpita bene, benissimo, ma non sufficientemente bene da fare punto. Ecco la differenza tra sfortuna e capacità. Troppo spesso attribuiamo alla fortuna e alla sfortuna il frutto delle nostre prestazioni. No, un millimetro non è fortuna, è allenamento.

La comodità della fortuna

Ma parlare di fortuna o di sfortuna è comodo, ci mette al riparo dalle critiche, dai fallimenti e soprattutto dal lavoro. Il nostro avversario non si è allenatori di più, è solo più fortunato e il nostro tiro non è poco preciso è la sfortuna che non l’ha fatto entrare. Sapere che quella palla è uscita per sfortuna, ci tranquillizza, ci dice che noi abbiamo fatto quello dovevamo fare e la prossima volta andrà meglio. Ma non andrà meglio, o se accadrà, allora sì che sarà merito della fortuna. Perché se non sono consapevole che c’è qualcosa da migliorare nel mio tiro non potrò allenarlo e rimarrà poco preciso come prima. A dire il vero vale anche in contrario, perché ci sono atleti che attribuiscono alla fortuna il frutto delle proprie prestazioni dimenticandosi di tutto il lavoro fatto.

La fortuna c’è dove la vogliamo vedere

Ecco perché la fortuna esiste ma è diversa da come crediamo. Insomma, troppo spesso crediamo che siano la fortuna e la sfortuna ad indirizzare la nostra vita dimenticandoci che in realtà siamo noi gli unici reali responsabili delle nostre vittorie e delle nostre sconfitte.

Ripensa alle ultime volte in cui hai parlato di fortuna o di sfortuna e chiediti se erano realmente loro i responsabili della tua prestazione.

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