Le scorciatoie del pensiero che (a volte) ci aiutano
- Roberto Greco
- 18 Gennaio, 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Ogni giorno prendiamo in media circa 35.000 decisioni. Come vestirci, cosa mangiare, dove andare ma anche come reagiamo ad una sconfitta oppure la scelta di cambiare o meno società sportiva di appartenenza. Crediamo di avere il totale controllo delle nostre azioni ma in realtà la maggior parte delle nostre decisioni le prendiamo in modo totalmente involontario grazie a delle scorciatoie di pensiero.
Viviamo in un ambiente sovrastimolato. Rumori, colori, oggetti e pensieri affollano la nostra mente. Lo fanno nella vita di tutti i giorni e lo fanno anche sui campi da gioco. Per affrontare la complessità del mondo utilizziamo scorciatoie di pensiero e regole pratiche che ci permettono di elaborare giudizi sociali, ottenere informazioni dal contesto, completare dati mancanti, dare un significato alle circostanze e prendere decisioni utili a risolvere problemi di varia complessità. Questi processi spesso producono gli effetti desiderati ma in alcuni casi portano a risultati fuorvianti, allontanandosi da quelli che possiamo identificare come dai principi del ragionamento corretto. Questi processi prendono il nome di euristiche di pensiero e sono loro ad indirizzare le nostre scelte e il nostro futuro.
Euristiche di pensiero
Le euristiche di pensiero, quindi, sono dei processi mentali intuitivi e assolutamente sbrigativi. Sono delle vere e proprie scorciatoie mentali che ci consentono di ottenere una generica idea rispetto ad un determinato argomento. Sono strategie veloci utilizzate di frequente per giungere a delle conclusioni rapidamente e con un ridotto utilizzo di risorse cognitive.
Negli anni sono state identificate differenti euristiche di pensiero ma le due più note sono:
L'euristica della rappresentatività:
Entra in gioco nel momento in cui dobbiamo valutare o esprimere opinioni in merito alle possibilità che un avvenimento oppure una persona appartenga ad una determinata categoria.
L'euristica della disponibilità:
La utilizziamo involontariamente quando dobbiamo giudicare la frequenza con cui accadono particolari eventi o la probabilità che si verifichino. La stima di questa frequenza o probabilità, si fonda sulla disponibilità di informazioni in memoria e su quanto questi ricordi siano emotivamente rilevanti.
Le euristiche ci aiutano ad essere estremamente rapidi nelle nostre valutazioni ma in alcuni casi prendono una direzione totalmente errata ed è così che nascono i bias cognitivi.
Bias cognitivi
Sono euristiche di pensiero inefficaci. Sono preconcetti astratti che non si basano su dati reali ma che si generano a priori senza una visione critica.
Sono errori di interpretazione, dati da un giudizio arbitrario o distorto. Indica una tendenza umana a produrre una propria visione del tutto soggettiva e verosimilmente non corrispondente alla realtà. Questa visione si sviluppa grazie all’elaborazione e all’interpretazione delle informazioni in nostro possesso, nonostante queste non siano logicamente connesse tra loro. Tale processo porta ad un errore di valutazione e ad una totale mancanza di oggettività di giudizio.
I bias sono numeri e incidono in modo rilevante nella nostra vita ed è per questo che dedicherò diversi post a presentarteli.
Quali differenze
Semplificando possiamo dire che le euristiche sono delle semplici scorciatoie di pensiero mentre i bias dei veri e propri errori.
Ma ampliando il raggio d’azione:
Le euristiche:
- sono una semplificata rappresentazione della realtà;
- sono una valutazione realistica ma superficiale e poco accurata;
- sono basate sull’esperienza personale oppure sul racconto di storie altrui;
- migliorano la loro precisione e correttezza sulla base dell’esperienza acquisita.
I bias:
- sono delle rappresentazioni della realtà personali e distorte;
- nascono da opinioni personali tralasciando ogni tipo di valutazione oggettiva;
- sono basate su predilezioni di tipo soggettivo;
- nonostante l’esperienza l’errore cognitivo viene ripetuto all’infinito.
Risparmiare risorse cognitive vuol dire essere più rapidi ma al tempo stesso meno efficaci.
Conoscere gli errori della nostra mente è il primo passo per correggerli.