Runner’s high: ecco perché amiamo faticare nello sport

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Ma cos’è che spinge milioni di persone nel mondo a fare sport di endurance? Cosa spinge milioni di persone nel mondo a ricercare volutamente la fatica, magari dopo una giornata di lavoro in cui è stata proprio la fatica la grande protagonista? 

La voglia di provare quello che in gergo viene chiamato il “runner’s high”, lo sballo del runner!

Il runner’s high

Il runner’s high è uno stato di euforia, uno stato di benessere profondo provocato da un prolungato sforzo aerobico. È una sensazione di autentica eccitazione che, se pur con intensità differente da persona a persona, tutti gli atleti di endurance hanno vissuto e vivono nella loro esperienza sportiva.

Non è possibile definire con precisione il momento in cui arriva, definire dopo quanti chilometri o dopo quanto tempo. Ad un certo punto, tutto da un tratto, la sensazione di fatica sembra cambiare forma, la sofferenza diventa piacere, le emozioni negative svaniscono e quello che rimane è uno stato di “rilassante euforia”. Running, ciclismo, sci nordico, sci alpinismo, nuoto, ma non solo. Sono molti gli sport che possono far vivere questa sensazione così unica da far diventare la fatica un qualcosa da ricercare a tutti i costi.

Cosa succede nel nostro cervello?

Cosa succede di così strano nel nostro corpo da farci vivere questo stato? La risposta scientifica ce l’ha data nel 2008 l’Università di Boston che, attraverso un attento studio, ha dimostrato come dopo circa 30-40 minuti di sforzo aerobico la concentrazione plasmatica di endorfine nel nostro corpo aumenti in modo significativo.

Le endorfine sono un gruppo di sostanze prodotte dal cervello con proprietà analgesiche e capaci di generare in noi sensazioni di felicità e di appagamento. Ma non solo, oltre ad aumentare la tolleranza al dolore e a generare un senso di benessere, le endorfine, tra le altre cose, facilitano il controllo dell’appetito e dell’attività gastrointestinale, la regolazione del sonno e del ciclo mestruale

Ma una ricerca tedesca del 2015 ha trovato un ulteriore responsabile del runner’s high ed è l’anandamide, un endocannabinoide prodotto dal nostro cervello e capace di provocare analgesia e piacevoli sensazioni.

Favorisci il runner’s high

Come detto in precedenza non esiste una ricetta per raggiungere il runner’s high ma delle indicazioni per favorirlo sicuramente sì. Come prima cosa bisogna porre attenzione alla durata e all’intensità dello sforzo.

La durata minima ottimale si attesta in un range che va dai 50 ai 60 minuti anche se alcune persone vivono questa sensazione prima e altre necessitano di molto più tempo. Per quanto riguarda l’intensità l’ideale è uno sforzo moderato ma costante. Nel caso in cui lo sforzo sia troppo elevato si fa fatica a raggiungere i famosi 50-60 minuti di attività, mentre se invece lo sforzo è troppo basso non ci sarà il rilascio di endorfine e anandamide.

Se fai uno sport di endurance sai di cosa parlo. Forse non conoscevi il nome, forse non conoscevi le basi scientifiche di questa sensazione ma sicuramente hai già vissuto questo stato di euforia. Se invece ti stai avvicinando ora agli sport di fatica, beh, il sapere che prima o poi proverai il runner’s high è sicuramente un bello stimolo a continuare a sudare.

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