Quante ore dormire per recuperare al meglio?

Passiamo circa un terzo della nostra vita dormendo ma spesso tendiamo a fare troppo poco per garantirci una quantità e una qualità del sonno adeguate. Dormire è un’attività basilare per il nostro organismo, durante le ore di sonno infatti il nostro corpo attua una serie di processi finalizzati a garantire un funzionamento ottimale in fase di veglia. Per esempio, dormire ci permette di consolidare i ricordi e di recuperare le energie, sia fisiche sia psichiche. 

Tutti gli sportivi sanno che l’allenamento e lo sviluppo delle proprie capacità atletiche si basa su tre punti cardini che hanno la stessa medesima importanza: il primo è l’esercizio fisico, il secondo è l’alimentazione e il terzo è il recupero, dove proprio il sonno è il miglior strumento a nostra disposizione per favorire quest’ultimo.

Dormire troppo poco

Ma se da una parte sappiamo bene quali siano i benefici del sonno, dall’altra sono sorprendenti i danni che può provocare la deprivazione dello stesso. Diversi studi scientifici hanno dimostrato come un’importante riduzione delle ore di sonno porti a delle ripercussioni sia a livello fisico sia psicologico, favorendo la comparsa di problemi cardiovascolari, depressione e diabete. Ma non solo, dormendo poco si ha un importante decadimento delle funzioni cognitive, come un calo della memoria e dell’attenzione e addirittura una modifica della percezione; le alterazioni sono così marcate che mettersi alla guida in uno stato di deprivazione del sonno equivale a farlo dopo aver assunto un’importante quantitativo di alcolici.

Quante ore dormire?

Un sonno realmente ristoratore deve avere alcuni requisiti legati alla quantità e alla qualità. Partiamo dal quanto dormire; la variabile che definisce il giusto quantitativo di sonno è chiaramente l’età. I neonati necessitano di 16-18 ore di sonno distribuite in numerosi momenti tra il giorno e la notte. Crescendo, il ciclo sonno-veglia si organizza progressivamente in un singolo episodio notturno, e diminuisce il quantitativo necessario, per stabilizzarsi in età adulta intorno a una media di 7-8 ore per notte. In età avanzata si tende a diminuire ancora di più le ore di sonno, arrivando anche a 4-5 ore, ma c’è da dire che spesso con l’aumentare dell’età la sincronizzazione dell’orologio biologico con il ciclo luce-buio si indebolisce e capita di appisolarsi anche di giorno: il numero totale di ore di sonno, perciò, di fatto non cambia molto anche se il benessere percepito cala considerevolmente. E per un’atleta? Dipende dal tipo di sport praticato e dallo sforzo ad esso legato. Chi pratica uno sport particolarmente faticoso potrebbe aver bisogno di 1-2 ore di sonno in più rispetto agli standard.

C’è da dire che rimane comunque una buona componente personale e genetica nel definire il quantitativo di sonno necessario, anche se sarebbe importante non discostarsi troppo dalle ore di sonno consigliate. Le caratteristiche personali possono farci dormire un’ora, un’ora e mezza in meno, due massimo, ma non di più. Se in questo momento stai pensando “io sono abituato a dormire 4 ore a notte”, beh è stato dimostrato che, contrariamente a quanto si pensi, il corpo non si abitua alla deprivazione del sonno. Quello a cui ci si abitua sono le sensazioni associate alla mancanza di sonno, sensazioni con cui spesso si convive senza nemmeno rendersene conto. Ma c’è da dire che anche dormire parecchie ore in più del previsto porta a conseguenze negative. Mai come in questo caso il detto “il troppo è come il nulla” è veritiero.

Insomma, per quanto sia difficile definire in modo universale il quantitativo di sonno necessario, possiamo dire che dormire 7-8 ore a notte può garantirci un reale recupero fisico e psicologico ma anche una performance ottimale. Allenarsi al meglio non è sempre faticoso e dormire ne è la dimostrazione.

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