Respirazione e emozioni
- Roberto Greco
- 2 Dicembre, 2020
- Tempo di lettura: 2 min
La respirazione è un meccanismo automatico che avviene senza l’intervento della nostra volontà. Inspiriamo ed espiriamo. Lo facciamo circa 20000 volte al giorno. Ogni volta che inspiriamo accumuliamo in media dai 4 a 6 litri d’aria. In una situazione di tranquillità, in cui non stiamo effettuando particolari sforzi fisici o non siamo sottoposti a stress emotivi, i cicli respiratori sono compresi tra i 11 e i 15 al minuto, ma quando lo sforzo aumenta o le emozioni prendono il sopravvento, i cicli respiratori possono arrivare ad essere fino a 45 al minuto.
Numeri che ci fanno capire quanto sia complessa la respirazione, ma respiriamo così automaticamente che non ci accorgiamo né del modo né della frequenza con cui lo facciamo. Il fatto che respirare sia così naturale, così automatico, così “normale”, fa sì che non poniamo la giusta attenzione ad essa. Non ci soffermiamo mai sul come respiriamo e, di conseguenza, non ci accorgiamo quanto una buona respirazione possa incidere positivamente sulla nostra prestazione e sul nostro stato emotivo.
Emozioni e respirazione
Se mettiamo vicine le parole “emozioni” e “respirazione” quello che spesso ci viene in mente è ansia e stress. Si, perché se siamo ansiosi o stressati lo capiamo anche dal nostro respiro che accelera in modo anomalo. Può diventare un vero e proprio circolo vizioso: un’emozione negativa aumenta la frequenza respiratoria che a sua volta incrementa lo stato ansioso e il livello di stress. Una continua escalation che, in alcuni casi, può portare anche all’iperventilazione.
L'iperventilazione
Ma cosa vuol dire iperventilazione? Più che respirare troppo in assoluto, significa respirare in modo non adeguato rispetto alle esigenze del nostro organismo impegnato in una determinata attività.
È una respirazione che sarebbe corretta se stessimo correndo o comunque svolgendo attività fisica. Durante l’attività fisica, infatti, l’organismo ha necessità di introdurre molto ossigeno e produce una grossa quantità di anidride carbonica, anidride carbonica che deve essere in parte eliminata. Ma tutta questa introduzione di ossigeno e, soprattutto, tutta questa produzione e eliminazione di anidride carbonica diventa dannosa se non è accompagnata da una reale necessità. Ed è quello che accade quando iperventiliamo. Tutti o quasi, crediamo che per aumentare il livello di ossigeno del nostro corpo basti aumentarne l’introduzione, in realtà, quando iperventiliamo il nostro organismo si trova a in una situazione paradossale di mancanza di ossigeno causata proprio dal respirare più in fretta del dovuto.
Infatti, una volta introdotto, l’ossigeno deve passare dai polmoni al sangue per poi essere assimilato dalle cellule dei tessuti dei vari organi. Ma quando iperventiliamo questo non accade, e non accade perché per il passaggio dell’ossigeno dal sangue ai tessuti è necessaria la presenza in quantità sufficiente di anidride carbonica. In assenza della giusta concentrazione di anidride carbonica, risulta difficoltoso il passaggio dell’ossigeno nei vari tessuti. Ecco perché è dannosa l’iperventilazione. Non perché immettiamo troppo ossigeno, ma perché espelliamo troppa anidride carbonica.
L'iperventilazione
Tenere a bada l’iperventilazione vuol dire modificare indirettamente le nostre emozioni. Un respiro controllato e naturale è il modo migliore per ottenere un livello di attivazione ottimale.
Concentrati sulla respirazione
Il primo passo da fare è porre la giusta attenzione sulla frequenza dei nostri respiri. Se ci accorgiamo di essere in una fase di leggera iperventilazione basterà lavorare sul controllo del respiro, cercando di rallentare l’atto respiratorio e riportando gradualmente il numero di respiri il più vicino possibile ai normali 11-15 cicli al minuto. Per ottenere questo risultato è fondamentale porre la massima attenzione sul percepire l’aria che entra e l’aria che esce. Maggiore sarà la nostra concentrazione sul respiro e più semplice sarà controllarlo.
Tieni con te un sacchetto di carta
Se invece l’iperventilazione ha già raggiunto un livello molto alto, un trucco efficace è quello di respirare in un sacchetto di carta. In questo modo, in pochissimo tempo, si ristabilisce la giusta concentrazione di anidride carbonica nel sangue andando ad eliminare le sensazioni negative prodotte dall’iperventilazione. È importante sottolineare che il sacchetto deve essere di carta, infatti, utilizzando un sacchetto di plastica c’è il rischio che questo aderisca eccessivamente alla bocca o al naso creando soffocamento. Se però non abbiamo a disposizione un sacchetto di carta possiamo raggiungere il medesimo obiettivo tappando una narice e tenendo la bocca chiusa, respirando quindi con una sola narice.
Emozioni e respirazione vanno sempre di pari passo. Ogni atleta lavora quotidianamente per gestire al meglio le proprie emozioni ma a volte non basta, ecco che in questi casi è fondamentale avere con sé i giusti strumenti e la respirazione può essere uno di questi.