Tre obiettivi per uno sport che fa crescere

Lo sport educa. Lo sport favorisce la socializzazione. Lo sport insegna a perdere. Lo sport allena alla fatica. Lo sport fa crescere. Ma fa anche tante altre magnifiche cose. Lo sport è bello, bellissimo ma quanta responsabilità gli diamo! Sembra che lo sport possa essere la panacea di tutti i mali. Sembra che lo sport possa risolvere ogni problema e rendere il mondo migliore. Beh, a dire il vero lo penso anche io, però, se non mettiamo un po’ di ordine, è difficile che riesca a fare tutto ciò.

Tre obiettivi per lo sport

È necessario definire le priorità. Capire in che direzione andare, dove società sportive e allenatori debbano indirizzare i propri sforzi e non è così semplice farlo. Lo sport ha mille sfaccettature e obiettivi. C’è chi fa sport per puro divertimento e chi ha l’ambizione di renderlo un lavoro. Chi dedica ore e ore della propria settimana a praticarlo e chi lo fa saltuariamente. Chi ha una passione snodata per il proprio sport e chi invece è spinto soprattutto dalla compagnia o dall’abitudine. In questo contesto così variegato, credo possano essere tre gli obiettivi che ogni tecnico e ogni società sportiva debba porsi per rendere lo sport realmente capace di far crescere i propri atleti.

Creare appartenenza

Ogni essere umano ha un innato bisogno di appartenenza. Abbiamo la necessità di sentirci parte di qualcosa più grande di noi, di una visione, di un obiettivo comune, di una categoria. Sentirsi parte di qualcosa dà sicurezza e supporto. Il gruppo ci protegge, il gruppo ci fa sentire a nostro agio, il gruppo ci motiva e ci indirizza. Ecco perché è necessario creare senso di appartenenza. Lo sport questo può farlo con grande facilita. Non è necessario fare uno sport di squadra per creare appartenenza. Certo, sentirsi parte di una squadra e di una maglia è sicuramente più semplice e intuitivo ma non è l’unico modo per creare senso di appartenenza. Ci si può sentire parte di una categoria, ci si può per esempio sentire runner, sciatori, ciclisti o nuotatori. Poi queste categorie si possono dettagliare e allora ecco che mi posso sentire un maratoneta oppure un trail runner o ancora un runner “della domenica”. Non esiste un giusto o uno sbagliato. Non esiste meglio o peggio. Basta appartenere. Basta sapere che c’è qualcuno come noi, qualcuno con cui immedesimarsi e continuare a fare la cosa più bella del mondo: sport!

Sviluppare il “talento”

Il termine talento è sicuramente tra i più diffusi nel mondo dello sport. Nella concezione classica si può avere o non avere. Si può essere talentuosi oppure no. Beh, io odio il termine talento nella sua concezione classica perché prevede sempre il confronto con gli altri. Si è talentuosi quando qualcosa ti viene meglio, o più velocemente degli altri. Si è talentuosi se spicchiamo rispetto agli altri. Ecco. Questa è la parte che meno mi piace dello sport: la necessità di dover sempre avere un termine di paragone per poter giudicare un atleta. Ma il talento, per quanto mi riguarda, è di tutti. Tutti abbiamo talento. Basta cambiare termine di paragone. Basta ricercare il confronto con noi stessi, ricercare il miglioramento, e allora sì che siamo talentuosi. Questo deve fare lo sport: sviluppare il talento che è in ognuno di noi.

Far sperimentare la vittoria e la sconfitta

I momenti di verifica giocano un ruolo fondamentale nella crescita di ognuno di noi. È necessario mettersi alla prova. È necessario sperimentare la vittoria e sperimentare la sconfitta. Mettendoci alla prova possiamo capire i nostri progressi, possiamo capire a cosa ha portato tanto tempo e fatica. La vittoria ci permette di consolidare la fiducia e la sconfitta crea le condizioni per il miglioramento. Ma non è obbligatoria la competizione per mettersi alla prova. Non è necessario l’agonismo per creare dei momenti di verifica. L’agonismo non è l’unica strada. Lo sport può farlo in mille differenti modi perché vincere o perdere non significa alzare o meno una coppa ma migliorare le proprie capacità.

Lo sport ha caratteristiche uniche, caratteristiche che lo rendono capace di tirare fuori il meglio di ognuno di noi. Ma tutto questo non arriva da solo. Tutto questo arriva solo se esiste una programmazione dettagliata e una visione comune su quali sono gli obiettivi da perseguire. Questi sono i tre obiettivi che io reputo fondamentali. Tu li persegui?

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